Emergency

giornale di cantiere  

un blog costruttivo



HOME


ARCHIVI

marzo 2002
aprile 2002
maggio 2002
giugno 2002
luglio 2002
agosto 2002
settembre 2002
ottobre 2002
novembre 2002
dicembre 2002
gennaio 2003
febbraio 2003
marzo 2003
aprile 2003
maggio 2003
giugno 2003
luglio 2003
agosto 2003
settembre 2003
ottobre 2003
novembre 2003
dicembre 2003
gennaio 2004
febbraio 2004
marzo 2004




e-mail
giornale_di_cantiere@yahoo.it


This gif is freely copyable. Just right click, save
Powered by
RSSify at WCC





Feed Atom

convertito in



dal tocco magico
di A. Cavedoni



Blog e dintorni

fragments of wishdom
Leonardo
willy-nilly
POLAROID
Ludik
skip intro
Blogorroico
Diario di bordo
101ism
Bellacci
Valido
Giardino di cemento
Voglia di Terra
Pandemia
Zu
Strelnik
Blogger di guerra
Arsenio
le strade bianche
Arkangel
Photoblogger
Gonio
Hotel Messico
Architectura
Il fiore del cactus
brekane
Haramlik



la directory dei blog italiani



Blog Star Death Match
due discutono
uno vince



Bloogz
motore di ricerca
dei blog





Al momento della sospensione questo blog era stato visitato per 25.000 volte
(1.000 più, 1.000 meno)


01 gennaio 2006
 
Le trasmissioni, in bianco&nero e a colori, continuano qui



23 marzo 2004

 
Panta rei
(antico detto degli idraulici)



22 marzo 2004

 
catena.jpgNon avevo mai visto da vicino una catena di montaggio. È successo in una piccola fabbrica dove tutti gli operai si chiamano per nome, niente di sconvolgente... eppure quei nastri che avanzano a piccoli scatti inarrestabili mi hanno fatto provare subito un'angoscia profonda.
Tutte le mattine ritrovarsi allo stesso posto, con gli stessi rumori, gli stessi odori, per compiere gli stessi gesti. Otto ore al giorno per anni, il nastro che avanza, il lavoro che non comincia e non finisce mai.

Certe volte si dimenticano i motivi di una scelta. Tra quelli che mi hanno portato ad amare questo mestiere c'è l'insofferenza per la routine assoluta, la passione per il vagare nomade (o randagio, certe volte) tra cantieri, clienti, compagni di lavoro sempre diversi. La soddisfazione che dà portare a termine quello che hai cominciato, la tensione nell'affrontare problemi sempre nuovi e sempre diversi. Tutto entro limiti piuttosto ristretti, ma sufficienti per non farti sentire un animale in gabbia. E sentire sulla pelle le stagioni che si rincorrono.




15 marzo 2004

 
tappvolante.JPGChe il tempo passa te ne accorgi quando al cinema rivedi un attore nella parte del vecchio padre. Cammina a fatica, leggermente piegato da una parte; i capelli radi e bianchi, rughe profonde e un sorriso spento. Fai fatica a riconoscerlo, poi ricordi. L'ultima volta che l'hai visto era l'energico capitano di un vascello spaziale. Pensi a un miracolo del trucco di scena, a qualche effetto digitale. Poi ricordi te stesso incollato davanti a Spazio 1999: un ragazzetto con n.° 3 peli di barba.

Che il tempo passa te ne accorgi quando vedi la foto di un tizio grassoccio, vestito di nero, stempiato e col pizzetto bianco. Sembra un biker attempato, ma la didascalia sentenzia "Peter Gabriel". Impossibile, c'è un errore.
Impossibile? Quanti anni avevi quando ascoltavi i dischi dei Genesis?

Che il tempo passa te ne accorgi quando torni nelle stesse case, negli stessi luoghi dove hai già lavorato. La piazzetta che una combriccola di pensionati riempiva di chiacchere e risate ora è vuota. Il ragazzo che s'intestadisce sul pianoforte è il bambino che ti raccontava storie lunghissime accozzando le prime dieci parole imparate. L'appartamento dove inciampavi ogni momento nei regali di nozze è da ristrutturare, dopo la separazione. La bambina che disegnava tappeti volanti adesso ci vola sopra.



07 marzo 2004

 
Scrive Leonardo:
Non è sempre divertente avere un blog, non sempre quello che scrivo mi piace (figurarsi se piace ad altri). Ma per me scrivere è importante. Non come professione: come libertà. Quando scrivo mi sento libero. Non so se sono libero davvero, ma sento la mia libertà. E ho questa idea (paranoide?) che sia una libertà da difendere coi denti. Se lunedì non scrivessi, non succederebbe niente di particolare. Ma martedì sarebbe più difficile rimettersi a scrivere. Il silenzio, la stanchezza, sono sempre in agguato. Ma se perdo la voglia di scrivere, per me è finita.


Per me la questione non è così drammatica, però se dopo quasi due anni non ho voglia di scrivere, qualcosa vorrà dire.
Sapere cosa...



09 febbraio 2004

 
... e piantatela con questo pallone!... non ne posso più!... e porcaccia miseria... ma chi se ne frega... ma c'avete mai giocato a pallone? no, eh?!... ma fatela finita... e la Roma domina la partita... e il Poggibonsi espugna il campo della Carrarese... ma siete rimbecilliti?... sì, mi girano, e allora?... chiudete questo cavolo di recinzione prima che... signora, è chiuso, non vede?... signora, è chiuso... SIGNORA È CHIUSO!!... dove sta andando? non va da nessuna parte di qua... È CHIUSO... ma mi ha sentito?... e stia attenta che è pericoloso!... vuole uscire per favore?... VUOLE USCIRE?!... vabbe', vada pure... ma guarda te!... ottant'anni, ma agilissima... hai visto come ha saltato la transenna?... sembrava Beamon... chi è Beamon? lascia perdere, non puoi capire... Poggibonsi... aspetta un minuto, adesso torna... eccola... come dice, signora?... ah, è chiuso?!... incredibile, vero?... certo, adesso mettiamo un avviso che è chiuso... scusi tanto, non volevo farle perdere tempo... scusi, arrivederci... sì, arrivederci... pausa di riflessione dell'Empoli... ma andate a fa'...




31 gennaio 2004

 
Via Proserpina vengo a sapere che Sergio Cofferati ha aperto un blog. Curiosando nel sito scopro che, nella pagina dedicata alla biografia dell'ex segretario Cgil, non si fa alcun accenno agli anni giovanili. Per colmare questa lacuna (e l'archivio del mese di gennaio), pubblicherò alcuni capitoli di una biografia di Cofferati che i più intimi conoscono già (me ne scuso), ma che sicuramente saranno graditi dai rimanenti 10-20 frequentatori di giornale di cantiere.






COFFERATI

la gioventù di un leader


Introduzione

Ci sono uomini che cambiano il corso della Storia. C'è stato un còrso che ha cambiato la storia degli uomini. C'è un Corso Italia in ogni città italiana e non ce n'è nemmeno uno in ogni città pakistana (e questo è significativo). Ci sono corsi e ricorsi, appelli e cassazione, sentenze cassate e cassate siciliane coi mafiosi a piede libero. Ci sono uomini cancellati manualmente dalla Storia a colpi di baionetta e cancelli automatici difettosi rivolgersi amministratore di condominio rag. Bufalini, int. 12/b ore 18,30-19 se il campanello non funziona bussare piano e/o inserire sotto la porta un biglietto senza fare scherzi cretini come quello del preservativo usato con sopra il profumo di mia moglie tanto lo so che sei stato tu Gigetto a proposito sei pregato di togliere quel cesso di motorino dall'aiuola e di metterlo in un posto con meno vocali.
Ci sono uomini per tutte le stagioni e uomini autunno-inverno sfoderabili, uomini di tutti giorni e uomini bisettimanali che le donne sbuffano mentre li aspettano e battono il piede nervose e cambiano pettinatura e sfogliano le riviste per donne perché quelle per uomini si vergognano.
Ci sono uomini, tanti quanti ce ne sono.


Capitolo I

Sergio Cofferati viene alla luce circa nove mesi dopo che i suoi genitori avevano elaborato una piattaforma programmatica pluriennale nel corso di un prolungato vertice unitario notturno.
La sua prima dichiarazione, seppur rozzamente espressa, manifesta una precoce capacità di individuare obiettivi precisi e di rivendicare con fermezza i propri diritti: un vagito sobrio ed incisivo.
Nei primi mesi di vita il piccolo Sergio attua uno sciopero a singhiozzo convulsivo e un blocco della produzione intestinale.
Cofferati affina la sua preparazione di sindacalista all'asilo. Scopre che un gruppo di bambini che strepitano e picchiano il cucchiaio sul tavolo fanno molta più caciara di un infante isolato. Al termine di una faticosa trattativa con la rappresentante delle suore ottiene di poter suonare tamburi e fischietti in orari consentiti. Nasce il concetto di concertazione.
Quando la direzione cerca di introdurre tecnologie più avanzate, il giovane leader rivela tendenze luddiste: utilizza il flauto dolce per spaccare le noci, molestare i compagni e far sobbalzare la nonna con improvvise note stridule.
Quell'estate Sergino vede il mare. Dalla terrazza del Bagno Gloria fissa a lungo le onde spumose che si perdono all'orizzonte e gli ombrelloni rossi che garriscono al vento. Ascolta trasognato il suo nome diffuso dagli altoparlanti e quando finalmente lo ritrovano sta arringando la folla dei bagnanti in preda ad un'allucinazione premonitrice.
Durante quelle vacanze il piccolo Cofferati conduce trattative estenuanti con la controparte per la riduzione dell'orario-pennichella ed ottiene il ghiacciolo integrativo giornaliero. Rafforzato da quell'esperienza respinge l'infame tentativo di spegnere la lucetta sul comodino per ridurre i costi di gestione nel turno di notte.
L'estate finisce e Sergio guida il corteo dei grembiuli blu che affrontano compostamente il primo giorno di scuola.


Capitolo II

Una lunga e faticosa ricerca ci ha permesso di entrare in possesso di alcuni componimenti che il piccolo Cofferati vergò alle elementari.

Il mio compagno di banco
Prima di tutto il compagno di banco è un compagno. La mattina noi ci sediamo nel banco e stiamo accanto tutto il tempo fino a quando suona la sirena campanella di ricreazione. Lui cià sempre il panino con la mortadella che gli fa schifo e io ciò i waferoni al cioccolato che mi ci impiastro tutta la faccia. Io gli ho detto di fare il cambio perché dice papà che a ciascuno secondo i suoi bisogni e da ciascuno secondo le sue possibilità. Lui si è mangiato mortadella e waferoni e a me mi ha dato un tovagliolino di carta per pulirmi.
Stasera devo parlare con papà.

Come ho trascorso la domenica
Ieri sono andato alla fabbrica occupata e siccome era domenica non sono fuori tema come dice sempre quella rezio reazionaria della maestra che io non ciò paura a dirgli le cose in faccia anche se lei cià la maggioranza.
La fabbrica è occupata perché se viene qualcun altro per fregargli il posto gli operai dicono OCCUPATO! e quelli lì se ne devono andare con le pive nel sacco.
Sono rimasto unora una ora due ore e poi papà mi ha detto torniamo a casa. Io non volevo andare ma alla fine mi ha strascicato via.
Se adesso qualcuno mi frega il posto in fabbrica mi arrabbio tantissimo.


Capitolo III

C'è una strada che serpeggia tra palazzi scalcinati e lenzuola offerte al sole tiepido di marzo.
C'è un bambino che stringe al petto il suo bene più prezioso: un pallone malconcio.
C'è un ragazzo appoggiato a una grossa automobile che sorride e si pavoneggia nel suo doppiopetto da adulto.
Il bambino si avvicina e fissa incantato la carrozzeria lucida e le ricche cromature.
"Ti piace?" fa il ragazzo. "Qualche volta papà me la fa guidare"
"Mio papà mi ha regalato questo", risponde il bambino mostrando con orgoglio il pallone.
"Ma è tutto rotto! Bisogna cambiarlo, cambiarlo assolutamente!"
"Come faccio?" piagnucola il bambino. "Fino a Natale, niente regali..."
"Io di palloni ce n'ho un sacco", spiega il ragazzo. "Se mi dài il tuo te ne porto uno nuovo!"
"Sei sicuro?" esita il bambino.
"Certo, te lo prometto! Anzi... per essere sicuro di non scordarlo me lo scrivo su questo pezzo di carta. Sarà una specie di contratto tra noi due. Come ti chiami?"
"Cofferati Sergio", si qualifica il bambino porgendo il pallone.
Due portiere sbattono, il motore romba e l'automobile si allontana. Il bambino la rincorre disperato, l'affianca.
"Ma come ti ritrovo?" urla trafelato. "Te... te come ti chiami?"
"Mi chiamo Silvio", risponde il ragazzo con un sorriso meccanico poco rassicurante. "Sentirai parlare di me."


Capitolo IV

Anche nella vita dei personaggi più famosi ci sono parentesi oscure, momenti in cui gli artefici della Storia sembrano scomparire nel magma indistinto dell'umana moltitudine. Succede che lo sguardo dei posteri vaghi inutilmente alla ricerca di un segno rivelatore, della traccia riconoscibile di un'esistenza illustre che scorre carsica sotto la crosta dura del quotidiano.

I Vangeli tacciono riguardo all'adolescenza di Gesù: l'abbandonano bimbo che indottrina nel Tempio e ce lo restituiscono uomo fatto, sul punto d'intraprendere la sua missione.
In epoca moderna poco conosciamo della giovinezza di Silvio Berlusconi e, data l'indole riservata del premier, questo non ci stupisce. Di quel periodo ci rimane solo un'istantanea sbiadita, virata in seppia come d'uso negli anni Cinquanta. Il giovane Cavaliere sorride con aria molto soddisfatta nel giardino di casa; è ritratto davanti alla Lancia del padre e tiene sotto il braccio un pallone logoro e rattoppato che stride con l'ambiente decorosamente borghese.

In questi casi l'umile biografo annaspa come un gatto cascato in una Jacuzzi biposto piena d'acqua e cerca disperatamente appigli per portare avanti il racconto. La tentazione d'integrare con l'invenzione e la fantasia gli scarni dati storici è forte, ma noi non cederemo: ammettiamo con onestà di ignorare gli eventi che videro protagonista Sergio Cofferati nel tardo pomeriggio del 14 settembre 1956. Giocò a rubabandierarossa o a Mosca cieca? s'addestrò col metalmeccano o con i piccoli Chimici? giocò al domatore nella gabbia salariale o affrontò per la prima volta una Scala Mobile?
Lasciamo l'onere e l'onore d'investigare quegli avvenimenti a studiosi più acuti e fortunati di noi.


Capitolo V

Ritroviamo Cofferati smilzo adolescente che fruisce dei primi anni Sessanta in mancanza di meglio. Il Paese è cambiato, anche se si chiama sempre nello stesso modo.
"Là dove c'era l'erba ora c'è una città, questa stanza non ha più pareti e non c'è il leone, chissà dov'è?" mugugna il giovane Sergio, afflitto dai problemi tipici dell'età puberale-industriale.
È primavera e tutto appare sotto una luce diversa. Le ciminiere sembrano traboccare panna montata, i metalmeccanici scampanellano garruli pedalando all'alba, gli uccellini fulminati compongono sul pentagramma dei cavi elettrici un inno alla modernità che avanza.
Cofferati trascorre le vacanze pasquali dallo zio Pasquale, un tipo piuttosto ripetitivo ma festoso. Il ragazzo è tormentato dal dubbio e una notte convoca Dio per un chiarimento definitivo. Di fronte alle posizioni rigide e assolutiste della controparte Sergio sta per rompere definitivamente le trattative, quando vede la luce. Socchiude la porta e sorprende la cugina Gina, fanciulla allitterata ma formosa, impegnata in abluzioni intime.
Cofferati è turbato da quell'apparizione che mette in discussione tutta la sua scala di valori. Inforca la bicicletta dello zio e in balìa di un tifone ormonale pedala tutta la notte come un forsennato per le natìe terre lombarde; sul far del giorno si ritrova a Milano e crolla esausto sopra una panchina.
Si avvicina a passo svelto un giovane azzimato che lo rimprovera: "Non ti vergogni a ciondolare così? Bisogna darsi da fare, produrre, sostenere lo sviluppo del Paese!"
"Tu chi sei?" chiede Sergio, un po' risentito.
"Io sono un operaio!" replica l'altro con tono lievemente esaltato.
"Dalle mie parti gli operai sono diversi", osserva Cofferati diffidente.
"Vedi... le cose spesso sono diverse da come appaiono", gli rivela il giovin uomo prendendolo sottobraccio e cominciando a passeggiare con lui. "L'Italia ha bisogno di uomini nuovi, nuove idee, un clima sereno e una fattiva collaborazione tra le parti sociali..."
Per un'ora buona Cofferati ascolta lo sconosciuto che espone i suoi progetti, si confida, lo rassicura sul futuro e infine si accomiata.
"Quel Silvio, per essere un esponente della decadente borghesia, non è male", mormora Cofferati quasi commosso mentre osserva il suo nuovo amico pedalare pacatamente e scomparire dietro l'angolo di un palazzo.
"Certe volte siamo prigionieri dei pregiudizi e... e… un momento!… LA BICICLETTA!!"







25 gennaio 2004

 
Cosa stavo dicendo?



02 gennaio 2004

 
Buon 2004 a chi passa per caso, a chi torna nonostante tutto, a chi non tornerà proprio.

Cominciamo con una giusta causa



23 dicembre 2003

 
Manuale pratico dell'artigiano edile

Capitolo V - Non capire un tubo


Caro giovane aspirante artigiano edile,
càpitano giorni in cui, per ragioni misteriose, tutti si ritrovano contemporaneamente nello stesso cantiere. Di solito avviene in una giornata di pioggia, quando non si può fare qualcos'altro all'aperto e nessuno vuole perdere la giornata di lavoro. Normalmente ci si trova a sgomitare nell'ambiente più angusto e buio tra i possibili, quello in cui vengono relegate centraline e collettori di impianto elettrico, riscaldamento, allarme, climatizzazione, gas, telefono...
Lo spettacolo è apocalittico. Fasci spaventosi di tubi colorati che s'intersecano, s'accavallano, s'inerpicano sui muri o affondano nelle viscere della casa. Tra la polvere e le sciabolate di luce dei faretti s'intravede una massa informe di idraulici, elettricisti, caldaisti e falegnami che s'intralciano, discutono sulle priorità, si contendono una scala o la presa di corrente, pestano la tubazione altrui, reclamando tutti nel frattempo la famigerata assistenza muraria: "Mi serve un fóro!", "Fissami i tubi!", "Mura il telaio!, "Allarga la traccia!" (la traccia non è mai larga abbastanza).
Forse è proprio il ruolo ubiquitario che in queste circostanze dona autorevolezza al muratore e lo pone come punto di riferimento nel caos. L'artigiano edile approfitti di questo temporaneo carisma per risolvere a suo favore la situazione seguendo il proprio istinto, il proprio interesse, l'umore del momento.

Paciere - Ascolta pazientemente le lamentele che, in separata sede, ti rivolgono gli energumeni presenti. Dài ragione a tutti e tutti invita alla sopportazione in nome del bene comune. Distribuisci pacche sulle spalle e sorrisi di compatimento per quelli là.

Sdrammatizzante - Brandisci la scopa e minaccia lo sgombero del cantiere al terzo squillo di tromba.

Buffone - Sovrasta il rumoreggiamento cantando a squarciagola come Figaro: tutti mi cercano, tutti mi vogliono... sono il factotum della cittàààà!!

Contropiede - Esplodi in un'ira funesta improvvisa, scaglia lontano gli arnesi e scompari nella pioggia sibilando bestemmie terrificanti. Di solito verranno a cercarti, pieni di sensi di colpa e ammansiti. In ogni caso, appena uscito, cercati un riparo.

Sobillatore - Dài ragione a tutti e sottolinea con ognuno l'incompetenza, l'arroganza, l'insopportabile egoismo delle altre maestranze. Prospetta la possibilità di un complotto, alludi a maldicenze in circolazione, insinua la possibilità di un sabotaggio, nutri la tensione con favoritismi ingiustificati fino allo scoppio del litigio e/o del tafferuglio. Simula stupore e dolore mentre i furgoni sgommano via sdegnati, poi goditi la pace del cantiere deserto e il ticchettìo della pioggia.

Puntate precedenti: Capitolo I, Glossario, Capitolo II, Capitolo III , Capitolo IV



11 dicembre 2003

 
bullet.gifLa dura vita del groupie

Oggi a Grosseto c'era la sfida di velocità tra gli Eurofighter e la Ferrari di Schumacher. Se martedì scorso non avessi partecipato ad un incontro con Alex Zanotelli a Sovigliana di Vinci (FI), non l'avrei saputo. Non avrei saputo, soprattutto, cosa caspita è un Eurofighter (un videogioco? un campionato di wrestling continentale? una valuta molto aggressiva?). In questa ignoranza non ci sarebbe niente di strano: m'informo come posso e tante notizie mi sfuggono. La cosa strana è che, su 3-400 persone presenti all'incontro di Sovigliana, nessuno avesse un'idea precisa a proposito del simpatico cacciabombardiere.
Non poteva esserci prova migliore per avvalorare le affermazioni fatte da Zanotelli riguardanti il rapporto tra armi, mass-media e democrazia. Le armi che inghiottono risorse colossali, restituiscono guadagni di uguale portata e garantiscono il mantenimento dello status quo mondiale. I mass-media che alzano la cortina fumogena delle inutilerie per nascondere agli occhi delle masse lobotomizzate la realtà delle cose.
E allora tutto diventa più chiaro. Si spiega perché un governo di centro-sinistra, in un Paese che nella sua Costituzione "ripudia la guerra", abbia finanziato il progetto di un aereo che sembra fatto apposta per le guerra preventiva. Si spiega perché un partito come la Margherita sia stato determinante per affossare la legge 185 sul commercio delle armi. Sono chiare le mire di chi vuole monopolizzare l'informazione, di chi gonfia all'inverosimile la polemica sull'ultima sparata di Bossi e tace ostinatamente sulla guerra in Congo (due, tre, quattro milioni di morti?), sul riarmo dell'Italia, sulla costruzione scientifica di un Nuovo Grande Nemico (l'Islam) che sostituisca finalmente il defunto Comunismo e giustifichi le scelte più scellerate.

Cosa rimarrà della democrazia se, con tutti i mezzi che ho a disposizione, le notizie importanti me le dà un prete in sandali che non sa scrivere neanche un e-mail?




10 dicembre 2003

 
Secondo me questa storia sarà un miserabile fallimento.



05 dicembre 2003

 
Impossibile non appuntarsi l'arkangelico post di oggi.
La saga dei muratori fracassoni continua...



25 novembre 2003

 
... ma non posso mica mollarlo qui, questo Summit, con una battuta e un rimando pigro. Lo stile blog impone la masterizzazione della minuteria, la massimalizzazione del minimalismo, la miniaturizzazione dei macroeventi. Ricominciamo da capo...

Albeggia. La luce sfilaccia le brume e i singulti fumosi del JTD intirizzito. Ancona ci aspetta, punto metamorfico transappenninico bagnato dal Mediterraneo destro (vista frontale).
Ingrano la prima e sgrano chilometri tra granturchi tusci e visioni di Granieri benedicenti.
Stef mi attende al parco bancone di un bar. Il secondo caffè della giornata lascia un sapore d'eccitazione speranzosa (ricordarsi: sollecitare ispezione dei NAS in loco).
La straducola serpeggia tra colline sabbiose, si raddrizza, s'allarga in S.G.C. LI-PI-FI, poi in Autostrada del Sol levante.
Il motore canta, Stef parla, i TIR disturbano traiettorie e fili logici (ricordarsi: trasporto su gomma da cancellare).

Banchi di nebbia bivaccano in groppa all'Appennino.

Bologna si sbobina sulla tangenziale.

Tracce di Marche nella foschia.

Ancona Nord. Digito il terzo SMS della mia vita per tranquillizzare il premuroso Luca: arriviamo!

Città.

La Fiera e il relativo parcheggio occupano circa il 97% dell'orizzonte disponibile. Noi li manchiamo clamorosamente e rischiamo l'imbarco sul traghetto per Patrasso.

Dietro front. Parking. Outing. Stretching. Brain storming.

Mentre cerco il numero di Luca memorizzato coscienziosamente (in realtà sto chiamando il mio veterinario), il Supremo Segretario WWF Marche si palesa sorridente.

A questo punto ci starebbero bene alcune profonde considerazioni sugli incontri tra persone che fino a quel momento si sono contattate solo telematicamente e sull'immagine mentale dell'interlocutore in Rete che ognuno si forma. Proprio così: ci starebbero bene.

C'imbuchiamo nella Fiera ECO&EQUO e ci aggiriamo curiosi. Abbondano gli stand dei Parchi e quelli dei prodotti alimentari del commercio equo. In campo edile, pannelli solari/fotovoltaici e gli onnipresenti intonaci colorati al cocciopesto-traspiranti-calci naturali (attacco di nausea).
Raccolgo religiosamente i pieghevoli nella cartellina che Luca ha preparato per il Summit. Li perderò tutti.
Pranzo al risto-pizzeria Il Lazzaretto, locale dal nome minaccioso ma con una bellissima vista sulla città vecchia e sul porto. Decido che Ancona mi sta simpatica. Qui ci raggiungono Marica e Vandana Shiva. La più indiana delle due siede al tavolo accanto e sorride, sorride, sorride. È arrivata in ritardo e la conferenza prevista in mattinata sarà spostata al pomeriggio, scalzando il Blog Summit dalla collocazione prevista.

In Fiera incontriamo Alessandro e Simone, poi c'accovacciamo sulle gradinate della conferenza Scambi insostenibili.
Vandana Shiva, Modesto Campos, Gianni Fabbris e gli altri ci riportano a una realtà che percepiamo sempre meno: l'Umanità è ancora composta soprattutto di contadini, da popoli che stanno perdendo la sovranità alimentare (esattamente come noi, ma con esiti micidiali e immediati). Il fallimento del WTO a Cancun può segnare un'inversione di tendenza.

Terminata la conferenza, finalmente il Blog Summit. Lascio la cronaca dettagliata a Luca.

Saluti, arrivederci, gadget offerti dall'impeccabile Luca, poi di nuovo l'autostrada. Nebbia nella notte fino a Bologna.
Azzardo la proposta di allungare fino alla festa modenese. Bocciata.
Alla prossima.




23 novembre 2003

 
Immaginate di trovarvi con una pinta di Coca-Cola in mano e all'improvviso vi rendete conto che al tavolo di fronte c'è Vandana Shiva. Questo è stato l'unico momento imbarazzante dell'Earth Blog Summit.
Cronaca e immagini sul blog del contadino e, prossimamente, su Pandemia.



20 novembre 2003

 
Allora... salvo imprevisti catastrofici, sabato si parte per Ancona.
Arrivo a Eco & Equo in tarda mattinata, gironzolamento, poi l'Earth Blog Summit .
Vediamo cosa salta fuori.
C'è un posto in macchina estensibile a due. Se a qualcuno interessa una partenza dalla zona di Pisa, si faccia avanti entro venerdì sera con un e-mail.

Sulla via del ritorno, soddisfatti per aver salvato il pianeta, rivolgeremo un pensiero affettuoso ai gozzovigliatori che sabato sera convergeranno a Modena per la festa blog.



11 novembre 2003

 
Ancona - sabato 22 novembre presso la fiera Eco & Equo

Earth Blog Summit
i blog per l'ambiente


earth summit.gif


Programma e informazioni su Pandemia




10 novembre 2003

 
 C'è voluto un evento spettacolare, il crollo a Genova, per attirare l'attenzione dei media sull'edilizia. Un evento spettacolare che ha provocato una sola vittima per puro caso: c'erano decine di lavoratori dentro e intorno le strutture del Museo del Mare che si sono sbriciolate per cause ancora ignote.
In altre circostanze la morte di Albert Kolgjegja, trentenne albanese, avrebbe occuppato poche righe della cronaca locale di un quotidiano; uno dei 10-20 edili morti ogni mese.

Molti degli operai coinvolti nel crollo erano immigrati, molti lavoravano al nero. Un cantiere del Nord, appaltato da un'amministrazione pubblica: questo ci dà l'idea della situazione d'illegalità diffusa, disagio e pericolo che affligge il settore nel nostro Paese.
Gli immigrati sono le prime vittime del sistema di subappalti selvaggi. Il margine di guadagno cala ad ogni passaggio di mano e alla fine è solo la disponibilità di manodopera irregolare, sottopagata e ricattabile a rendere possibile l'ultimazione delle opere.

In queste condizioni la sicurezza sul lavoro diventa un'utopia.




08 novembre 2003

 
Cose che sento dire in giro

Ha detto che domani piove (la mancanza del soggetto indica che la previsione ha origini televisive)
Quando l'apparecchio sta in by... (l'apparecchio è in standby)
S'è rotto il bolide (boiler)

Cose che non sento dire più

Ci si vede a una cert'ora...



02 novembre 2003

 
foco.JPG

Vista frontale di domenica autunnale




29 ottobre 2003

 
Quando non sai proprio cosa scrivere, cosa c'è di meglio delle segnalazioni?

Giuseppe Granieri, dopo l'aggregatore, ha lanciato un altro aggeggio utilissimo: nel Blog Review of Books sarà possibile leggere recensioni di libri scritte dai blogger. Buona lettura.

Architectura è il weblog per gli studenti di architettura della Sapienza di Roma. Mi sembra molto interessante, agile e mi ha subito conquistato per le immagini ispirate a Le città invisibili di Calvino.



26 ottobre 2003

 
Qualche giorno fa è uscito Korogocho, il libro in cui Alex Zanotelli racconta l'esperienza dei dodici anni in una baraccopoli africana che hanno cambiato per sempre la sua visione del mondo e della religione.

A Korogocho, leggendo la Bibbia con i poveri, ho capito che Dio è di parte. Dio non è neutrale, è profondamente schierato. Dio è il Dio degli schiavi, degli oppressi (dal libro)




24 ottobre 2003

 
Firme per il firmamento

Sabato 25 ottobre, giornata contro l'inquinamento luminoso (via Pandemia).
Sarà presentata una proposta di legge per l'abbattimento dell'illuminazione notturna dispersa e per il risparmio energetico.
Non si tratta soltanto di riveder le stelle. Le conseguenze sui ritmi, gli spostamenti, la mortalità sulle strade degli animali notturni sono ancora tutte da studiare.

Nelle Alpi Apuane c'è un posto dove si possono ancora apprezzare buio e silenzio. Ci si arriva solo a piedi; se vuoi scaldarti devi spaccare legna, se vuoi da mangiare te lo devi portare a spalla. Ci ho passato le più belle settimane Natale-Capodanno che ricordi.
Mauro, che ha sistemato due casolari di un vecchio alpeggio e ospita chi vuole trascorrere qualche giorno da eremita, mi raccontava che per qualcuno proveniente dalla grande città i primi giorni sono difficili: buio assoluto e silenzio sono quasi terrorizzanti. Ma poi fanno presto ad abituarsi.



21 ottobre 2003

 
Le biciclette permettono di spostarsi più velocemente senza assorbire quantità significative di spazio, energia o tempo scarseggianti. Si può impiegare meno tempo a chilometro e tuttavia percorrere più chilometri ogni anno. Si possono godere i vantaggi delle conquiste tecnologiche senza porre indebite ipoteche sopra gli orari, l'energia e lo spazio altrui. Si diventa padroni dei propri movimenti senza impedire quelli dei propri simili. Si tratta d'uno strumento che crea soltanto domande che è in grado di soddisfare. Ogni incremento di velocità dei veicoli a motore determina nuove esigenze di spazio e di tempo: l'uso della bicicletta ha invece in sé i propri limiti. Essa permette alla gente di creare un nuovo rapporto tra il proprio spazio e il proprio tempo, tra il proprio territorio e le pulsazioni del proprio essere, senza distruggere l'equilibrio ereditario. I vantaggi del traffico moderno autoalimentato sono evidenti, e tuttavia vengono ignorati. Che il traffico migliore sia quello più veloce lo si afferma, ma non lo si è mai dimostrato. Prima di chiedere alla gente di pagare, i fautori dell'accelerazione dovrebbero cercare di esibire le prove a sostegno di quanto pretendono

da Energia ed equità di Ivan Illich (1973)

(tanto per dare una motivazione ideologica alla tardiva passione per la mountain-bike)




15 ottobre 2003

 
Biocosa?!? (6)

pannelli di sughero e grondaIl caldo eccezionale dell'ultima estate e il recente crollo della rete elettrica italiana dovrebbero riportare l'attenzione sull'insostenibilità delle tecniche costruttive contemporanee. Gli edifici si stanno trasformando sempre più in macchine dipendenti da apparati attivi di riscaldamento, condizionamento, illuminazione, difesa; apparati che divengono indispensabili per la vivibilità degli ambienti e richiedono approvigionamenti forti e continui di energia. Facciamo un esempio? Si stanno diffondendo pericolosamente i bagni senza finestre. Cosa dire di questi ambienti che devono per forza essere illuminati e ventilati in modo artificiale?

L'industrializzazione dell'edilizia che privilegia la velocità di posa in opera e la standardizzazione aggrava questa tendenza, laddove materiali e tecnologie rispondono più ad esigenze produttive che a criteri di qualità, risparmio nel tempo, durata. Sarà perciò indispensabile rivalutare tutti quegli accorgimenti che favoriscono una difesa passiva dell'abitazione nei confronti degli eventi ambientali sfavorevoli e non richiedono apporti d'energia dall'esterno. Tra questi, uno dei più importanti è l'isolamento termico del tetto


listello del colmoL'ampia superficie e il contatto diretto con gli agenti atmosferici fanno del tetto un elemento cruciale per il benessere dell'uomo e l'economicità della casa. Il primo requisito, naturalmente, è l'impermeabilità alla pioggia. Le differenze climatiche e la reperibilità dei materiali portarono in passato a sviluppare diversi tipi di copertura, dalle lose in pietra alle scandole in legno, dalle tegole in terracotta alla paglia pressata. Caratteristica comune di questi tetti è la capacità di permettere la traspirazione della casa, il ricambio d'aria che regola umidità e temperatura degli ambienti abitati.

La tendenza odierna è quella di uniformare le coperture con l'uso di sistemi chiusi, nei quali gli incastri tra gli elementi assicurano l'impermeabilità a scapito della ventilazione. Negli ultimi decenni poi si è generalizzato l'uso di guaine bituminose e isolanti sintetici (polistirene soprattutto) che, posate sotto il manto di copertura, impediscono del tutto lo scambio d'aria con l'esterno provocando la formazione di condense e ristagno termico.
Per fortuna si sta diffondfendo sempre più l'uso del sughero, un materiale d'origine naturale che è sicuramente innocuo, duraturo, traspirante e rinnovabile.


rete parapasseri e coperturaLa ventilazione del tetto porta numerosi vantaggi: elimina l'accumulo d'umidità d'inverno, disperde calore in estate, previene la formazione di muffe e condense. Costruire un tetto ventilato secondo i dettami classici della bioarchitettuta comporta un investimento notevole di manodopera: posa di tavolati, carta oleata impermeabile, strutture di contenimento per il sughero in granuli ecc. Come al solito, ho cercato una soluzione valida ma praticabile nella maggior parte dei casi.

La L.I.S. produce pannelli di sughero esenti da collanti (dicono loro), assemblabili perfettamente tra loro mediante maschiature (da incollare, questa volta) e dotati di scanalature che permettono il passaggio dell'aria sotto il manto di copertura.
Gli incastri tra i pannelli neutralizzano eventuali perdite d'acqua dalle tegole (il sughero è impermeabile) e rendono inutile la posa di una guaina bitumisosa. Lo spessore del materiale può essere aumentato con uno strato inferiore di pannelli lisci per aumentare il potere isolante. Per una corretta ventilazione è indispensabile permettere la circolazione dell'aria sotto la copertuta (effetto "camino"). A questo scopo le tegole di gronda poggiano su mattoni forati, quelle del colmo non sono murate, ma avvitate sopra un listello di legno. In entrambi i casi una rete impedisce l'accesso agli uccelli (sorry, pennuti).

Puntate precedenti: (1) (2) (3) (4) (5)




14 ottobre 2003

 
L'anno scorso scrissi a quelli di Autocostruzione.org per avere informazioni sulle cooperative di proprietari che edificano da soli le loro abitazioni. Non ho mai ricevuto risposte; sicuramente ci sarà stato qualche disguido, comunque le tecniche e i materiali illustrati nel sito non mi entusiasmavano e lasciai perdere.
La settimana scorsa ascoltai qualcosa su Caterpillar riguardante un progetto simile. In più, si parlava di risparmio energetico e di utilizzo massiccio dell'energia solare per soddisfare le necessità di acqua calda e corrente condominiali.
Ho scritto alla redazione di Caterpillar per avere informazioni più complete e in brevissimo tempo ho ricevuto la risposta.

La casa ecologica sorgerà a Preganziol (Treviso), ad opera della cooperativa Coipes e in collaborazione con Lega Ambiente. La realizzazione fa parte di un progetto più vasto e riguarda abitazioni multifamiliari in diverse regioni del centro-nord Italia. La novità sta proprio nell'applicazione di criteri e dispositivi bioedili a complessi residenziali "popolari". Nell'immaginario collettivo la bioarchitettura è generalmente associata a costruzioni monofamiliari, di lusso, in aperta campagna.
Il materiale da esaminare nel sito è parecchio. Appena avrò un'idea più chiara del progetto cercherò di mettermi in contatto con la Rete delle Cooperative per studiare la possibilità di estendere l'esperienza alla Toscana e in particolare alle comunità d'immigrati che, come quella senegalese, hanno la coesione e lo spirito di solidarietà necessari per lavorare insieme.

Dovrebbe interessare anche Rillo





This page is powered by Blogger.